Editoriale

Per una longevità in salute

L. Monge

JAMD 2023;26(3):176-177

Articoli originali

Inibitori di SGLT2: una nuova arma contro l’invecchiamento?

C. Frigé, R. La Grotta, F. Prattichizzo, A. Ceriello

JAMD 2023;26(3):178-183

La restrizione calorica promuove la longevità in diversi modelli animali. È stato suggerito che i composti che modulano le vie di rilevamento dei nutrienti riproducano parte dell’effetto benefico della restrizione calorica sull’invecchiamento. Tuttavia, nessuno dei mimetici della restrizione calorica comunemente studiati produce effettivamente una diminuzione delle calorie. Gli inibitori del co-trasportatore 2 del sodio-glucosio (SGLT2i) sono una classe di farmaci che abbassano il glucosio favorendone l’eliminazione attraverso le urine, inducendo così una perdita netta di calorie. Questo effetto promuove un riarrangiamento metabolico a livello sistemico, incentivando l’utilizzo di chetoni e acidi grassi come substrati alternativi al glucosio, ed è accompagnato da una modulazione dei principali pathway ritenuti responsabili dell’invecchiamento. Esiste una quantità di dati provenienti da trials clinici, studi osservazionali e meta-analisi che suggeriscono un effetto tangibile su patologie età-associate, come le malattie cardiovascolari, l’insufficienza cardiaca, la malattia renale, e la mortalità per tutte le cause anche nei pazienti senza diabete, oltre all’effetto protettivo nei confronti della progressione del prediabete e lo sviluppo di patologia epatica. Di conseguenza, proponiamo qui un’ipotesi in cui almeno una parte del beneficio fornito dagli SGLT-2i è mediato dalla loro capacità di attenuare i driver dell’invecchiamento. Se confermate ed estese, le evidenze disponibili potrebbero suggerire il disegno di studi che testino il potenziale impiego di questa classe come farmaci di prevenzione in una platea progressivamente più ampia di pazienti.

PAROLE CHIAVE restrizione calorica; inibitori del cotrasportatore 2 del sodio-glucosio; invecchiamento.

GIP e “concetto incretinico”. Una breve storia

Umberto Goglia, Riccardo Fornengo

JAMD 2023;26(3):184-192

Nelle ultime decadi siamo testimoni di una portentosa accelerazione dell’armamentario terapeutico disponibile per il trattamento delle persone con diabete mellito di tipo 2. I principali filoni di ricerca hanno seguito tre meccanismi fisiopatologici riconosciuti della patologia: 1) il meccanismo dell’insulino-resistenza, 2) l’effetto glicosurico mediato dagli SGLT2-inibitori, 3) la modulazione dell’asse incretinico. In una ormai storica “Banting Lecture”, Ralph De Fronzo ha documentato con metodologica precisione l’insieme dei meccanismi coinvolti nella patogenesi e nella fisiopatologia del diabete mellito di tipo 2, individuando il celebre “ottetto infausto”. Scopo di questo lavoro è di offrire una rassegna storica che, partendo dai primi esperimenti del XVII secolo di Johann Conrad Brunner, e passando per le scoperte di Byliss e Sterling, che per primi avevano identificato la secretina e coniato il termine “ormone”, focalizza i passi e le scoperte nevralgiche degli anni Settanta sul GIP e sulla sua caratterizzazione, inserito nelle informazioni sull’intero asse entero-insulare, con l’apporto preminente di John Carvin Brown, sino ai giorni nostri. Questo lavoro offre un contributo di conoscenza in una prospettiva storica, di quello che va delineandosi come uno degli argomenti più complessi e controversi degli ultimi tempi.

PAROLE CHIAVE incretine; GIP; asse entero-insulare; prospettiva storica; meccanismi fisopatologici; controllo glicemico.

Review

Sostanze interferenti con i sistemi per il monitoraggio del glucosio e loro implicazioni cliniche

V. Anelli, B. Pintaudi

JAMD 2023;26(3):193-200

OBIETTIVO DELLO STUDIO Il monitoraggio glicemico nella persona con diabete si basa sempre più spesso sull’utilizzo di sensori che rilevano i valori di glucosio nel liquido interstiziale. Essi possono misurare le concentrazioni di glucosio sia in modalità intermittente che in continuo. La lettura di questi dispositivi può essere influenzata da alcune sostanze, come dall’assunzione di alcuni farmaci. Dato il notevole impatto che queste interferenze possono avere sulla gestione terapeutica del diabete, in questo articolo abbiamo riassunto i dati disponibili circa le possibili interferenze esistenti tra farmaci e sensori.

DISEGNO E METODI È stata eseguita una ricerca bibliografica allo scopo di revisionare gli studi in cui i sensori per il monitoraggio del glucosio sono stati testati con sostanze di uso comune. Inoltre sono state esaminate le informazioni riportate nelle schede tecniche e nei manuali d’uso degli strumenti.

RISULTATI Le principali sostanze interferenti con i sistemi di monitoraggio del glucosio sono acetaminofene (Guardian 4, Dexcom G4 e G5, FreeStyle Libre PRO, Glunovo Flash I3, Dexcom G6 e ONE solo se assunto in dosi maggiori di quelle raccomandate), acido ascorbico (FreeStyle Libre 2 e 3 se assunte dosi > 500 mg/die) e idrossiurea (Enlite, Guardian 3, Dexcom G4, G5, G6 e ONE). Le nuove generazioni di sensori presentano minori suscettibilità a sostanze esogene grazie a tecnologie con bassi voltaggi (FreeStyle Libre) o grazie alla presenza di membrane semipermeabili sulla superficie del sensore che inibiscono il passaggio di possibili interferenti (Dexcom G6).

CONCLUSIONE Conoscere quali siano le sostanze e come esse possano interferire con i livelli di glucosio rilevati dai sensori, sia quando usati stand-alone che nel contesto di sistemi integrati con i microinfusori, è determinante per evitare il verificarsi di episodi di ipoglicemia o iperglicemia non riconosciuti dal sensore e conseguenti errori terapeutici.

PAROLE CHIAVE interferenza; farmaci; monitoraggio glicemico in continuo; monitoraggio glicemico intermittente; diabete.

Metformina in gravidanza: tutto quello che avreste sempre voluto sapere, ma che non avete mai osato chiedere

E. Biamonte, P. Leporati, G. Bendotti, M. Gallo

JAMD 2023;26(3):201-214

Negli ultimi decenni si è verificato un incremento significativo della prevalenza di diabete in tutto il mondo. Una delle sfide più rilevanti ed impegnative per il diabetologo è quella di ottimizzare il compenso glicemico in gravidanza. La metformina rappresenta una promettente opzione terapeutica durante la gestazione, poiché permette di mantenere un adeguato controllo glicemico senza i rischi associati alla terapia insulinica, quali l’ipoglicemia e l’aumento di peso materno. Inoltre, è un farmaco maneggevole, economico, e generalmente ben tollerato dalle donne in gravidanza. Nonostante il suo razionale d’uso, tuttavia, ci sono ancora divergenze su benefici e rischi correlati alla sua prescrizione/assunzione. Esiste un’evidenza solida che la metformina sia sicura durante il primo trimestre di gravidanza, senza alcun rischio di malformazioni congenite. Nel resto della gravidanza, la metformina è stata associata ad una riduzione dell’aumento di peso materno e del fabbisogno insulinico giornaliero. Nei neonati, la metformina sembra ridurre l’ipoglicemia e la macrosomia, sebbene in alcune situazioni, come nel diabete pregestazionale tipo 2, può aumentare il rischio di neonati nati SGA (small for gestational age). Inoltre, alcuni studi ipotizzano nel lungo termine un aumentato rischio di obesità e un’alterata distribuzione del grasso corporeo nei figli di madri in metformina durante la gravidanza. Lo scopo di questa rassegna è quello di raccogliere e approfondire le evidenze sui benefici e le potenziali criticità dell’uso di metformina in gravidanza.

PAROLE CHIAVE diabete in gravidanza; diabete gestazionale; diabete tipo 2 pre-gestazionale; metformina; insulina; gravidanza.

Una nuova strategia per la lotta contro il diabete mellito tipo 1

M. Comoglio, S. Parini

JAMD 2023;26(3):215-222

La recente approvazione in Italia della Legge “Disposizioni concernenti la definizione di un programma diagnostico per l’individuazione del diabete tipo 1 e della celiachia nella popolazione pediatrica” apre nuovi scenari per la ricerca e la clinica in ambito del diabete in età pediatrica, patologia complessa e in crescita. L’Osservatorio nazionale istituito appositamente dovrà definire le modalità con cui procedere allo screening. Attualmente a fronte di molte linee di ricerca in corso, vi è la disponibilità del trattamento con teplizumab per i pazienti in stadio 2 della malattia, definito dalla presenza di due o più autoanticorpi e disglicemia.

PAROLE CHIAVE diabete mellito tipo 1; celiachia; screening; età pediatrica.

Punto di vista

La gestione delle malattie cardiovascolari nel paziente con diabete secondo le linee guida ESC

B. Pintaudi

JAMD 2023;26(3):223-224

LINEA GUIDA CONGIUNTA SIMI - AMD - SID - FADOI - SIGG - ANIMO

La gestione del paziente adulto con diabete o con iperglicemia ricoverato in setting clinico non critico. Considerazioni introduttive

D. Cucinotta, S. Corrao, B. Pintaudi

JAMD 2023;26(3):225-226

La gestione del paziente adulto con diabete o con iperglicemia ricoverato in setting clinico non critico

Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), Associazione Medici Diabetologi (AMD), Società Italiana di Diabetologia (SID), Federazione Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI), Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), Associazione Nazionale Infermieri di Medicina (ANIMO)

JAMD 2023;26(3):227-231

Consulta anche:
Supplemento n.3 – 2023

Annali Monografie

Monografie Annali AMD

L’archivio delle monografie degli Annali AMD.

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