Variabilità glicemica, variabilità dell’emoglobina glicata, e Time in range (TIR): possibile ruolo nello sviluppo di complicanze del diabete

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L’emoglobina glicata (HbA1c) rappresenta la principale metrica di misurazione del controllo glicemico nei pazienti diabete. La HbA1c dipende direttamente dal livello medio di glucosio nel sangue ma non intercetta le fluttuazioni della glicemia nel tempo. Dati recenti suggeriscono che ulteriori metriche di controllo glicemico hanno un valore predittivo per lo sviluppo di complicanze nel diabete. Ad esempio, la variabilità della glicemia e dell’HbA1c sembrano entrambi rappresentare fattori di rischio indipendenti per lo sviluppo di complicanze. La misurazione della variabilità glicemica, misurata come coefficiente di variazione, è possibile grazie all’utilizzo del monitoraggio continuo del glucosio (CGM), strumento che restituisce anche i dati relativi ad una metrica di recente introduzione, i.e. il Time In Range (TIR). Il TIR, ovvero la percentuale di tempo speso dal paziente nella finestra glicemica compresa tra 70 e 180 mg/dl, è correlato alle fluttuazioni glicemiche e rappresenta un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo complicanze. Più recentemente, è stato proposto l’utilizzo di un’ulteriore metrica che è il Time In Tight Range (TITR), ovvero la percentuale di tempo speso dal paziente nella finestra glicemica compresa tra 70 e 140 mg/dl, per la quale iniziano ad emergere dati derivanti da coorti di pazienti con diabete di tipo 1. In questa rassegna parleremo dei principali risultati sull’influenza del TIR, della variabilità del glucosio e dell’HbA1c sullo sviluppo delle complicanze ed evidenzieremo il possibile impatto di alcuni farmaci su queste metriche.

PAROLE CHIAVE diabete; TIR; emoglobina glicata; variabilità glicemica; complicanze; patologie cardiovascolari.

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