Utilizzo dei peptidi natriuretici nello screening, nella diagnosi e nel monitoraggio dello scompenso cardiaco

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I peptidi natriuretici (PN) sono ormoni polipeptidici prodotti dai miocardiociti in grado di regolare la volemia e la natremia per garantire l’omeostasi del sistema cardiovascolare. BNP e NT-proBNP sono i PN per cui esistono più evidenze e il cui utilizzo è attualmente indicato dalle linee guida internazionali. Valori ridotti di PN permettono di escludere la diagnosi di scompenso cardiaco (SC) con elevato valore predittivo negativo, sia in un setting emergenziale (BNP <100 pg/ml, NT-proBNP <300 pg/ml) che ambulatoriale (BNP < 35 pg/ml e NT-proBNP < 125 pg/ml). Inoltre, il documento di consenso ESC 2023 suggerisce valori soglia per la diagnosi di inclusione. Valori elevati di PN si associano a maggior rischio di eventi cardiovascolari maggiori, mortalità cardiovascolare e mortalità per tutte le cause sia in regime di ricovero che in ambito ambulatoriale. In un paziente sano a rischio di SC (con diabete mellito, ipertensione o malattia vascolare) la valutazione dei PN è utile per stratificarne il rischio cardiovascolare e ottimizzarne la terapia. La stratificazione del rischio del paziente diabetico mediata dai PN può guidare il diabetologo ad una scelta terapeutica più consapevole ed appropriata. I PN devono essere interpretati alla luce di alcune variabili che possono inficiarne l’attendibilità, quali funzione renale, peso corporeo, sesso ed età. In conclusione, i PN, notoriamente utili per la diagnosi e la prognosi dello SC, sono vantaggiosi anche in ambito preventivo.

PAROLE CHIAVE peptidi natriuretici – NT-proBNP – BNP – scompenso cardiaco – diabete mellito.

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