L’obesità è una condizione multifattoriale a crescente impatto sanitario, sociale ed economico, tradizionalmente considerata un fattore di rischio per numerose malattie croniche non trasmissibili. Tuttavia, l’evoluzione delle conoscenze fisiopatologiche e dei criteri diagnostici ha portato a un progressivo riconoscimento dell’obesità come una malattia cronica, recidivante e sistemica. In questa rassegna discutiamo le evidenze scientifiche più recenti, confrontando l’approccio classico, centrato sul rischio, con il paradigma attuale che la identifica come una patologia autonoma.
Particolare attenzione è rivolta alla distinzione introdotta dalla Lancet Commission tra obesità preclinica (eccesso adiposo in assenza di danni clinicamente rilevabili) e obesità clinica (presenza di disfunzioni biologiche, metaboliche o psicologiche associate all’adiposità). Questa nuova classificazione evidenzia i limiti dell’uso esclusivo dell’indice di massa corporea e sottolinea la necessità di una valutazione funzionale e prognostica del rischio individuale.
Alla luce di tale inquadramento, il Framework EASO 2025 definisce formalmente l’obesità come malattia cronica recidivante, richiedente una gestione integrata, strutturata e personalizzata. Vengono analizzate le sfide specifiche della fase preclinica, l’importanza della diagnosi precoce, l’utilità di strumenti come l’Edmonton Obesity Staging System (EOSS), e le prospettive offerte dalle nuove classi farmacologiche, in particolare gli agonisti incretinici.
Infine, si discutono le implicazioni organizzative e politiche del riconoscimento formale dell’obesità come patologia nei sistemi sanitari, con particolare riferimento alla necessità di includerla nei Livelli Essenziali di Assistenza. Superare l’approccio preventivo e adottare una visione cronica è indispensabile per contrastare efficacemente la pandemia di obesità.
PAROLE CHIAVE obesità clinica; obesità preclinica; malattia cronica; framework EASO; LEA; gestione dell’obesità.
