Obesità e diabete di tipo 2 (DM2) spesso coesistono: il controllo del peso è fondamentale nella prevenzione e nella remissione del DM2. Un calo ponderale sostenuto e precoce può essere ottenuto tramite approccio dietetico-comportamentale, chirurgia metabolica o terapia farmacologica.
L’intervento intensivo sullo stile di vita (ILI) è efficace nella prevenzione del diabete per il 42-58%, ma spesso non è duraturo e difficilmente applicabile nella pratica clinica. La chirurgia metabolica per l’obesità permette la prevenzione del DM2 fino all’87% dei soggetti con prediabete e riduce la comparsa di complicanze microvascolari; tuttavia, è viziata da recupero ponderale nel 20-25%. Le incretine, indicate per il trattamento dell’obesità prevengono il diabete nel 66-92% e sono associate a benefici cardiovascolari, ma la loro sospensione determina la parziale perdita dei benefici ottenuti.
Il concetto di remissione del DM2 è ampiamente dibattuto. Attraverso ILI si ottengono tassi di remissione fino all’86% con calo ponderale >15kg; tuttavia, la sua durata è limitata nel tempo. La chirurgia metabolica si dimostra significativamente più efficace del trattamento conservativo nella remissione del diabete e nel miglioramento del profilo cardiovascolare. Le incretine sostengono il concetto di remissione farmacologica: il trattamento continuativo con semaglutide infatti è associato a valori di emoglobina glicata (HbA1c) < 6.5% nel 67.5%, tirzepatide nell’ 81-86%. Tirzepatide permette di raggiungere valori di HbA1c < 5.7% nel 31-52%. Nuove promettenti evidenze emergono da molecole incretiniche in fase di studio.
Grazie alle nuove evidenze, in persone con obesità affette o a rischio DM, la normoglicemia diventa un obiettivo terapeutico sempre più concreto.
PAROLE CHIAVE obesità; intervento comportamentale sullo stile di vita; chirurgia metabolica; farmaci incretinici: remissione farmacologica.
