Editoriale

Chi ha paura degli UPF?

L. Monge

JAMD 2024;27(2):84-85

Articoli originali

Management of insulin-dependent diabetes in low-resource countries: results from the chronic noncommunicable disease project in Iringa rural district of Tanzania

Marta Maestri, Noemi Bazzanini, Rehema Itambu, Emmanuel Ndile, Anitha Mligo, Francesca Cera, Santo Brancati, Mauro Saugo, Maria Agata Miselli, Francesca Romana Ponziani, Valerio Miselli

JAMD 2024;27(2):86-95

INTRODUZIONE Le malattie croniche non trasmissibili stanno vivendo una importante crescita del carico di malattia, soprattutto nei paesi a basso e medio-basso reddito. Tra di esse il diabete rappresenta un’importante sfida: la prevalenza è in crescita esponenziale in Africa, dove scarsità di accessibilità alle cure e di risorse rendono la problematica ancor più gravosa. La terapia insulinica in particolare è molto costosa e poco maneggevole. L’obiettivo dello studio è quello di trovare risposte ai bisogni emergenti della popolazione diabetica in questi contesti.

MATERIALI E METODI È stato effettuato uno studio osservazionale retrospettivo e prospettico della popolazione diabetica in trattamento con insulina umana mista regolare/intermedia 30/70, nell’ambito del progetto chronic non-communicable diseases del CUAMM nell’ospedale di Tosamaganga in un’area rurale della Tanzania, paese a medio-basso reddito dell’Africa subsahariana. I dati sono stati estrapolati dal database del progetto e da interviste ai pazienti in trattamento insulinico attivo da marzo a agosto 2023.

RISULTATI Sono stati riscontrati un miglioramento dei valori di glicemia, emoglobina glicata e peso nel tempo; una riduzione del numero di ricoveri, un netto miglioramento del performance status e un basso tasso di ipoglicemie maggiori. L’83.1% dei pazienti non possiede una assicurazione sanitaria, la maggior parte ha difficoltà economiche a supportare i costi del trasporto per recarsi a visita; il counseling ricevuto su terapia e stile di vita è ritenuto molto utile ed efficace.

CONCLUSIONE L’insulina umana mista regolare/ intermedia 30/70 è efficace e sicura. Il basso costo e la maggiore maneggevolezza ne rende auspicabile l’utilizzo nei paesi a basse risorse per questioni di compliance e disponibilità economiche. Incrementare l’accesso alle cure e favorire personale qualificato è importante per migliorare la cura del diabete in paesi a basse risorse.

PAROLE CHIAVE paesi a risorse limitate; malattie croniche non trasmissibili; diabete mellito; insulina umana mista regolare/intermedia 30/70.

Incretine: ruolo nella popolazione sana e con diabete mellito tipo 2

U. Goglia, R. Fornengo, L. Gianotti

JAMD 2024;27(2):96-103

Nell’ultima decade abbiamo osservato sempre maggiormente la diffusione e l’utilizzo di farmaci analoghi recettoriali degli ormoni incretinici nella gestione e nel trattamento di soggetti con diabete mellito tipo 2 ed affetti da obesità. Infatti dalla pubblicazione sul New England Journal of Medicine dello studio Leader nel 2016, che valutava gli effetti cardiovascolari della liraglutide, numerose ulteriori evidenze hanno confermato i benefici clinici degli analoghi recettoriali singoli e doppi di tali ormoni. Ma quale è il ruolo specifico di tali molecole (Glucagon-like Peptide-1 [GLP-1] e Glucose-dependent insulinotropic peptide [ GIP]) nell’uomo? Dopo aver affrontato in un precedente numero di JAMD la storia della scoperta delle incretine, in questa rassegna descriviamo quale sia il principale contributo di tali molecole nei soggetti sani ed il ruolo fisiopatologico nei soggetti affetti da diabete mellito tipo 2, riportando gli esiti delle ricerche che hanno posto le basi per il successivo sviluppo degli analoghi singoli e doppi degli ormoni del sistema incretinico.

PAROLE CHIAVE incretine; glucagon-like peptide 1 [GLP-1]; glucose-dependent insulinotropic polypeptide [GIP]; ruolo fisiologico; omeostasi del glucosio.

Rischio di ulcerazione al piede in una popolazione di pazienti afferenti a una struttura di diabetologia territoriale

F. Romeo, M. Doglio, G. Micali, A. Bursuc, E. Nada, R. Itri, C. Trovato, F. Labranca, E. Tosco

JAMD 2024;27(2):104-109

La sindrome del piede diabetico è una delle complicanze più temibili della malattia diabetica con un elevato tasso di ulcerazione e amputazione. La prevenzione, attraverso lo screening e l’educazione terapeutica del paziente, è fondamentale per ridurre i rischi di morbilità e mortalità oltre gli oneri finanziari.

Purtroppo, a tutt’oggi i dati relativi allo screening sono fortemente insufficienti. In questo lavoro vengono presentati i dati relativi allo screening di oltre 1000 pazienti eseguiti nell’ASL TO5 nell’ambito del Percorso Integrato di Cura del Piede Diabetico. Lo screening è stato eseguito dalle infermiere della diabetologia e anche nei distretti da infermiere territoriali adeguatamente formate e i dati sono stati riportati sulla cartella digitale della diabetologia (Metaclinic Meteda). Il rischio ulcerativo medio, elevato ed elevatissimo è stato riscontrato nel 17% dei pazienti screenati ed è da considerarsi in linea con i dati internazionali (dal 15 al 25%).

I pazienti a rischio erano soprattutto uomini, ultrases- santacinquenni, con un grado di scolarità basso ed avevano spesso già altre complicanze di malattia.

Questo lavoro conferma l’importanza dello screening come esame fondamentale per la cura e la prevenzione del piede diabetico in quanto, come ampiamente documentato, una volta instauratosi l’ulcera, si entra in un circolo vizioso che porta inevitabilmente ad outcome sfavorevoli per il paziente e a costi sanitari elevati per la società.

PAROLE CHIAVE: piede diabetico; diabete tipo 2; rischio ulcerativo; screening.

 

Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per lo screening della retinopatia diabetica nell’Azienda USL Toscana Nord Ovest

F. Pancani, G. Dario, M. De Luca, V. Giudice, G. Di Cianni

JAMD 2024;27(2):110-118

La retinopatia diabetica (RD) è la prima causa di cecità in età lavorativa nella popolazione generale dei paesi industrializzati, compresa la Regione Toscana, con altissimi costi sociali e di salute. Lo screening della RD è rapido, ben tollerato dai pazienti ed è considerato una delle procedure più costo-efficacia conosciute in medicina. Le evidenze scientifiche oggi disponibili hanno dimostrato che, mediante programmi di screening e trattamento della RD è possibile ridurre drasticamente la cecità da diabete.

In Italia, dove solo raramente tali programmi sono applicati sul territorio, sono ancora molti i pazienti diabetici nei quali si riscontrano le complicanze più gravi della RD. Dati dell’ARS Toscana relativi al 2021 mostravano che nell’Asl Nord-Ovest solo il 11,15% dei pazienti con diabete effettuava un controllo dell’occhio almeno una volta nell’anno.

Allo scopo di definire un protocollo condiviso per lo screening della retinopatia diabetica nell’ambito del nostro territorio ossia quello dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest (ATNO) abbiamo definito un Piano Diagnostico Terapeutico Aziendale (PDTA), che ha inoltre lo scopo di fornire informazioni circa le indicazioni, la modalità di esecuzione e la corretta interpretazione dei risultati derivanti dalla valutazione del fundus oculare mediante retinografo non midriatico per la valutazione e stadiazione della RD nel paziente affetto da diabete mellito.

PAROLE CHIAVE: diabete; screening; retinografo; retinopatia; edema maculare.

Medicina narrativa e teatrale. Storia di un paziente difficile

R. Giordano

JAMD 2024;27(2):119-124

Il paziente difficile si incontra sia nell’acuto che nel cronico e spesso i suoi comportamenti uniti a quelli del sanitario finiscono per compromettere il rapporto medico -paziente.

In questo articolo che utilizza la Medicina Teatrale e Narrativa si analizzano delle situazioni in cui ci si trova di fronte quando l’interlocutore è “un paziente difficile” e sfruttando l’impatto scenico della comunicazione narrativa e teatrale si raccontano degli episodi veri della vita di un personaggio molto famoso che è stato sia un medico
empatico che un paziente difficile: Giacomo Casanova.

PAROLE CHIAVE: narrative based medicine (NBM); theatrical based medicine (TBM); comunicazione M/P; paziente difficile.

Review

Consumo di cibi ultra-processati e malattie non trasmissibili

E. Bonilauri, R. Fornengo, M. Comoglio

JAMD 2024;27(2):125-135

Da sempre l’uomo ha sviluppato tecniche per trasformare e conservare gli alimenti. Con l’evolvere della tecnologia, si sono affinate tecniche volte non solo alla conservazione ma anche al miglioramento nutrizionale e della palatabilità dei cibi.

I cibi ultra-processati (UPF) sono alimenti che hanno subito una serie di trasformazioni industriali comprendenti processi chimici e fisici complessi. Sono
alimenti pronti al consumo o da riscaldare, che contengono, tra gli altri, ingredienti inusuali nella cucina tradizionale, come coloranti, conservanti, esaltatori
di sapidità, edulcoranti e altri additivi. Il consumo di UPF è in aumento e rappresenta oggi una porzione significativa dell’energia alimentare nei paesi ad
alto reddito.

Questo articolo esamina criticamente la letteratura scientifica per chiarire la relazione tra il consumo tra UPF e la salute. Analizza anche i meccanismi biologici sottostanti e valuta l’impatto a lungo termine di questi alimenti sulla salute umana. La classificazione NOVA, utilizzata per identificare gli UPF, divide gli alimenti in quattro gruppi basati sul grado di trasformazione. Studi epidemiologici collegano il consumo eccessivo di UPF a obesità, malattie cardiovascolari, diabete mellito tipo 2.

Anche se sono necessari studi per migliorare la classificazione degli UPF, ridurre il loro consumo e promuovere una dieta equilibrata, ricca di cibi minimamente trasformati, potrebbe avere un impatto positivo a lungo termine sulla salute pubblica.

PAROLE CHIAVE: alimenti ultra-processati; trasformazione alimentare; classificazione NOVA; additivi; diabete mellito tipo 2.

Punto di vista

La titolazione dell’insulina basale nel diabete gestazionale: quale algoritmo?

A. Del Prete

JAMD 2024;27(2):136-137

Annali Monografie

Monografie Annali AMD

L’archivio delle monografie degli Annali AMD.

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