Editoriale

Trattamento dell’ABCD: un nuovo paradigma?

L. Monge

JAMD 2022;25(3):148-149

Review

La terapia ipoglicemizzante non insulinica nel setting ospedaliero: lo stato dell’arte. Proposte di applicazione clinica per glifozine e incretinomimetici

G. Brunori, E. Forte, S. Acquati, M. Bongiovanni, A. di Carlo, A. Gigante, M. Michelini, A. Scatena, C. Teti, C. Suraci

JAMD 2022;25(3):150-163

L’iperglicemia è evento comune nei pazienti ospedalizzati ed è un marker indipendente di morbilità e mortalità nei malati sia critici che non critici, pertanto il mantenimento di un buon controllo glicemico durante il ricovero si dimostra in grado di migliorare gli outcome e ridurre i costi della degenza.

L’insulina rappresenta il principale trattamento ipoglicemizzante impiegato in ambito ospedaliero, ma esso richiede personale sanitario formato e può comportare un rischio non trascurabile di ipoglicemia.

Negli ultimi anni si è assistito ad un crescente uso in ambito ambulatoriale di farmaci ipoglicemizzanti ad azione innovativa, quali i glicosurici (sodio-glucosio co-transporter 2 inibitori, SGLT2-i) e gli incretinomimetici (agonisti del recettore glucagon-like peptide-1, GLP1-RA e dipeptidil-peptidasi IV inibitori, DPP4-I). Il loro utilizzo in ambito diabetologico è ormai consolidato anche alla luce delle raccomandazioni nelle più recenti linee guida relative al trattamento del diabete in termini di efficacia e protezione cardionefrovascolare.

Sono ancora pochi i dati disponibili a supporto della loro adozione nella pratica clinica di routine per il trattamento dei pazienti ospedalizzati. È però suggestivo ipotizzarne un maggiore impiego ospedaliero in quanto essi potrebbero ridurre la necessità di insulinoterapia, tenendo, tuttavia, in considerazione i possibili effetti collaterali e la disponibilità nel prontuario ospedaliero.

Lo scopo di questa review è quello di analizzare la letteratura inerente alle possibili indicazioni e limitazioni dei glicosurici e degli incretinomimetici in ospedale, con particolare focus sulla sicurezza e tollerabilità in alcuni contesti specifici.

In conclusione allo stato attuale appare ragionevole proporre di utilizzare nei pazienti non critici i DPP4-I soprattutto se anziani, fragili o con insufficienza renale; i GLP1-RA nei pazienti in prevenzione secondaria o ad alto rischio cardiovascolare, gli SGLT2-i nei pazienti con scompenso cardiaco.

PAROLE CHIAVE diabete; paziente ospedalizzato; terapia; incretinomimetici; glicosurici.

Articoli originali

Glifozine nel paziente anziano fragile con diabete di tipo 2

A. Da Porto, D. Albini, V. Casarsa, G. Felace, M.A. Pellegrini, R. Candido, V. Fiore

JAMD 2022;25(3):164-169

Molti studi hanno fornito prove convincenti dell’efficacia e della sicurezza degli inibitori SGLT2 (Sglt2-i) sia per il controllo glicemico che per la riduzione del rischio di esiti cardiovascolari e renali nei pazienti diabetici di tipo 2. Un uso estensivo di queste molecole nelle persone ad alto rischio – come lo sono gli anziani – sarebbe dunque auspicabile. Tuttavia, in un contesto reale, questa classe di farmaci è sottoutilizzata nei pazienti anziani a causa delle preoccupazioni dei medici sull’efficacia e la sicurezza dell’SGLT2-i nelle persone vulnerabili e fragili. Il nostro articolo mirava a valutare le prove attuali sull’efficacia e la sicurezza a lungo termine dell’SGLT-i nei pazienti anziani fragili con diabete di tipo 2. Alla luce delle evidenze disponibili la fragilità non deve essere considerata un fattore limitante l’impiego degli SGLT2 inibitori che invece potrebbero rappresentare una potente arma per migliorare la qualità della vita (ad es. riduzione delle ospedalizzazioni per SCC) nella gran parte dei pazienti fragili. Va tuttavia raccomandata un’attenta valutazione clinica e globale del paziente per ridurre al minimo il rischio di effetti avversi.

PAROLE CHIAVE anziani; SGLT2-i; fragilità; sicurezza.

Telemonitoraggio del diabete gestazionale durante l’emergenza Covid-19 mediante l’utilizzo dell’App my Sugr integrata alla cartella diabetologica informatizzata

E. Lacaria, R. Cicero, S. Cosimi, I. Cuccuru, A. Ghio, C. Lencioni, M. Mori, P. Orsini, F. Pancani, S. Bertoli, A. Di Carlo, G. Gregori, G. Di Cianni

JAMD 2022;25(3):170-174

Obiettivo di questo lavoro è stato dimostrare come l’attuazione di un processo di gestione condivisa mediante strumenti innovativi, quale il telemonitoraggio mediante utilizzo di un’app, siano servizi efficaci che abbiano facilitato la gestione del DG, riducendo gli accessi ai presidi ospedalieri.

Nel 2020 è stata attivata per un periodo temporaneo di 4 mesi un’integrazione tra la cartella clinica diabetologica dell’USL e un’app per diabetici con funzione di diario clinico digitale in cui il paziente può inserire la glicemia e altri dati clinici per una registrazione di dati certificati direttamente nella cartella del diabetologo.

Alle pazienti in gravidanza veniva proposto il servizio di telemonitoraggio per evitare ulteriori accessi diretti in ambulatorio per i successivi controlli e in caso affermativo venivano arruolate al progetto e formate all’uso dell’app.

L’analisi relativa al controllo glicemico e all’outcome materno-fetale è stata eseguita su un totale di 46 gestanti (38 italiane e 8 straniere, età 35.4±4.9 anni, diplomate/laureate 73%, IMC pre-gravidico 24.9±5.4 Kg/m2) arruolate in media alla 30±5 settimane.

Le glicemie totali registrate sono state 8818 (176±98 glicemie per paziente), la media delle glicemie pre e post-pasto sono state rispettivamente di 96±9.8 mg/ dl e 127.8±34.6 mg/dl.

Il parto è avvenuto alla 39±2 settimane, nel 65.2% in maniera spontanea (34.8% taglio cesareo) in assenza di parti pretermine né traumatismi da parto. La totalità delle donne prese in esame ha manifestato alto grado di soddisfazione.

Questa esperienza, seppur numericamente limitata, mostra come l’utilizzo dell’app mySugr integrata alla cartella di lavoro, offrendo al diabetologo un flusso di dati sicuri in formato elettronico immediatamente consultabili, risulti efficace nel controllo metabolico del DG. Lo strumento, gradito dalla totalità delle gestanti, ha permesso la riduzione degli accessi ai servizi diabetologici con l’ottimizzazione delle risorse. La sua implementazione è auspicabile anche al di fuori dal periodo di emergenza sanitaria.

PAROLE CHIAVE diabete; telemedicina; gravidanza.

Punto di vista

L’elefante nella stanza

A. Piaggesi, R. Ferraresi, M. Gargiulo

JAMD 2022;25(3):175-178

Survey

L’obesità è una malattia cronica e il diabetologo vuole occuparsene: i risultati di una survey online

A. Lapolla, D. Tuccinardi, E. Torlone, L. Barana, R. Dagani, V. Galante, V. LoPreiato, A. Rebora, L. Santarelli, G. di Cianni

JAMD 2022;25(3):179-187

L’obesità è una malattia cronica, recidivante e progressiva che riduce la qualità e l’aspettativa di vita. Lo scopo di questa survey è d’indagare l’interesse del diabetologo nella gestione del paziente con obesità al fine di sensibilizzarlo sulle problematiche cliniche e gestionali legate a tale patologia. I risultati della survey mostrano un forte interesse del diabetologo nella presa in carico del paziente con obesità, tuttavia evidenziano la mancanza di centri di alta specializzazione nella gestione di questa malattia presso gli intervistati. La modifica dello stile di vita rimane l’approccio più indicato per il trattamento dell’obesità secondo i diabetologi coinvolti, tuttavia in parte emerge anche la consapevolezza della terapia farmacologica e chirurgica dell’obesità. Questi dati permettono di tracciare una fotografia dello stato dell’arte sulla conoscenza dell’obesità da parte dei diabetologi e forniscono una base di partenza per la creazione di percorsi formativi su questa patologia di cui sono affetti circa 40% dei pazienti con diabete tipo 2.

PAROLE CHIAVE obesità; indagine; presa in carico; farmaci; chirurgia bariatrica.

La pandemia e il PNPV 2017-19. Le vaccinazioni sono nelle corde dei diabetologi? La survey di AMD 2022

A. Clerico, R. Fornengo

JAMD 2022;25(3):188-195

Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019 ha aggiornato l’offerta vaccinale del S.S.N./S.S.R. per i soggetti affetti da alcune patologie oltre a definire il calendario vaccinale per la popolazione generale. Come sappiamo i vaccini sono tra gli interventi a più basso costo e con i migliori risultati che si possono mettere in atto per migliorare la salute personale e della collettività.

Le patologie croniche, come il diabete, si associano a un’aumentata incidenza di molte infezioni e a una maggiore severità e/o frequenza di complicanze correlate a tali patologie. La recente pandemia ha evidenziato come le coperture vaccinali possono prevenire gravi complicazioni nelle persone con patologie croniche e comorbilità.

Questo importante scudo preventivo è stato in parte minato dalla riduzione della copertura vaccinale a causa di un fenomeno dilagante chiamato vaccine hesitancy, ossia un ritardo nell’adesione o un rifiuto della vaccinazione.

Questo fenomeno è in gran parte causato da una bassa health literacy, da campagne di disinformazione e/o complottistiche che insinuano l’ipotesi che la vaccinazione sia una pratica medica di non provata sicurezza scientifica e con fini oscuri.

AMD ha lanciato, a distanza di 3 anni dalla precedente survey, una seconda survey per capire se i diabetologi italiani avessero modificato i propri atteggiamenti nei confronti delle vaccinazioni.

I risultati chiariscono come, anche se le vaccinazioni non sono il “core business” del nostro lavoro, siamo nel complesso molto favorevoli alle vaccinazioni ma con una forte richiesta di formazione, di miglioramento dell’organizzazione del lavoro e di supporti per poter aiutare meglio i nostri pazienti ad aderire al PNPV.

PAROLE CHIAVE vaccini; diabete mellito; prevenzione.

Attività dei gruppi

Report Gruppo Annali Settembre 2022

JAMD 2022;25(3):196-197

Il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere

Gruppo Medicina di Genere

JAMD 2022;25(3):198-202

Annali Monografie

Monografie Annali AMD

L’archivio delle monografie degli Annali AMD.

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