Editoriale

Il mondo nuovo

L. Monge

JAMD 2020;23(2):100-101

Research article

Effetti indesiderati e persistenza del trattamento con gliflozine in pazienti con diabete mellito tipo 2

V. De Mori, A. Balini, D. Bertola, D. Berzi, F. Forloni, G. Meregalli, G. Veronesi, A.C. Bossi

JAMD 2020;23(2):102-110

OBIETTIVO DELLO STUDIO SIDECAR (SGLT2-Inhibitors in Diabetes: Evaluation of metabolic Control and Adverse events in the Real-world) è uno studio monocentrico prospettico osservazionale per monitorare pazienti con diabete mellito tipo 2 (DMT2) in trattamento con SGLT-2-i, valutandone i dati metabolici ed antropometrici, ed osservando l’insorgenza di possibili effetti avversi.

DISEGNO E METODI Le principali caratteristiche dei pazienti, la durata di malattia, e i parametri clinici sono stati sintetizzati utilizzando media con deviazione standard per variabili continue e la distribuzione di frequenza per variabili discrete. Per l’andamento nel tempo dei parametri è stato utilizzato un modello di regressione a misure ripetute. È stata analizzata anche la frequenza di insorgenza di eventi avversi, stratificando per le principali caratteristiche cliniche e demografiche al baseline. Sono stati arruolati 220 soggetti maggiorenni in trattamento con SGLT2-i (N= 19 canagliflozin, 8.6%; N=91 dapagliflozin, 41,4%, N=110 empagliflozin, 50%) in monoterapia o in associazione secondo le indicazioni AIFA) con follow-up a 18 mesi.

RISULTATI L’effetto sul metabolismo glucidico (già statisticamente significativo dopo 6 mesi) si è confermato a 18 mesi (HbA1c: -1,0%; glicemia basale: -34,8mg/dL) così come la riduzione del peso corporeo e del BMI. Non risultano variati i valori di pressione arteriosa, la colesterolemia totale e la funzionalità renale. Purtroppo, una elevata percentuale di soggetti (39%) è costretta alla sospensione di SGLT2-i o per inefficacia terapeutica (15,7%), o per la comparsa di infezioni del tratto genito-urinario (14,3%).

CONCLUSIONI Viene confermata la rapidità d’azione e l’efficacia dei farmaci SGLT2-i nel modificare i principali parametri metabolici e antropometrici. L’elevato tasso di sospensione deve però far riflettere sul mancato beneficio nefro-cardiovascolare che i pazienti con DMT2 avrebbero potuto trarre dall’azione di tali farmaci. Una possibile opportunità di ridurre simili eventi avversi non gravi può giungere proprio dalle associazioni tra questi farmaci e i DPP4-i.

PAROLE CHIAVE diabete mellito tipo 2, SGLT2 inibitori, infezioni genito-urinarie, osservazione real-world, educazione sanitaria.

Quale futuro per l’educazione terapeutica (ET)?

M. Riccio

JAMD 2020;23(2):111-117

L’aumento esponenziale dei casi di Diabete mellito tipo 2 (DMT2), specie nei paesi in via di sviluppo, si accompagna ad una progressiva incapacità delle strutture sanitarie ad erogare adeguata assistenza.

Il ruolo dell’Educazione Terapeutica (ET) nella cura del DMT2 è da tempo certificato. Tuttavia nonostante gli sforzi per attuare interventi educazionali, questi si sono rivelati ampiamente insufficienti a soddisfare le attuali esigenze. Pertanto la Diabetologia, come la moderna medicina, ha cercato nella digitalizzazione una possibile soluzione.

La diffusione sempre più capillare della Rete e dei mezzi per accedervi ha di fatto scatenato una vera e propria corsa all’informatizzazione, una crescita non sempre coerente. A queste nuove situazioni non poteva sfuggire anche l’ET. Il mondo digitale offre l’occasione per creare una rivisitazione della ET, più al passo con i tempi, senza che questo, ovviamente, rinneghi o sostituisca il recente e prestigioso passato.

Questo nuovo modo di fare ET, richiede però delle attenzioni e delle abilità nuove che andranno poi acquisite e ampiamente testate.

PAROLE CHIAVE educazione terapeutica, health literacy, educazione terapeutica digitale, video, social media.

Punto di vista

Quale futuro per l’educazione terapeutica? Un commento

E. Fraticelli

JAMD 2020;23(2):118-119

Review

Il medico, la malattia e Covid-19

A. De Micheli, S. Parini, M.C. Ponziani

JAMD 2020;23(2):120-125

Spesso i medici si sentono estranei alla malattia, pensano che essa sia un problema dei pazienti, che non li tocca e non li toccherà direttamente: tuttavia, quando per qualche motivo si ammalano, la prospettiva cambia totalmente. Ammalarsi di Covid- 19 è una esperienza profondamente diversa perché si tratta una malattia conosciuta da tre mesi, per la quale la storia naturale non è nota e nessun trattamento farmacologico è sicuro ed efficace. Non esiste nessuna sicurezza fondata sulle prove, ma solo timore, cure empiriche ed la profonda solitudine dell’isolamento. In una acuzie come questa gli studi randomizzati controllati sarebbero di vitale importanza, bisogna tuttavia imparare mentre si agisce, insieme curare e produrre dati. Il mondo occidentale è arrivato impreparato a questo evento dimentico che le epidemie sono sempre state flagelli per l’umanità e che esse richiedono un approccio centrato sulla comunità. È necessario ora rompere il ciclo di “panico-poi-dimenticare” e perseguire la priorità di finanziamento e attuazione di interventi di preparazione efficaci. Dopo l’epidemia di Covid- 19 la medicina sarà più umile e concreta ed avrà una visione diversa della prevenzione. Anche tutti noi saremo più consci di essere precari e fragili.

PAROLE CHIAVE Covid-19, sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2.

La terapia dello scompenso cardiaco nel paziente diabetico

F. Tuccinardi, M. D’Errico, S. De Cosmo

JAMD 2020;23(2):126-134

Il grande interesse per il problema “Scompenso Cardiaco” da parte del diabetologo è nato in questi ultimi anni ed è legato soprattutto alla disponibilità di nuovi farmaci antidiabetici che hanno dimostrato un evidente beneficio nella riduzione delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco e riduzione della mortalità cardiovascolare.

I pazienti con diabete mellito hanno oltre il doppio del rischio di sviluppo di SC rispetto ai pazienti senza diabete. Dallo studio Framingham si evince che il diabete aumenta il rischio di scompenso cardiaco fino a 2 volte negli uomini e 5 volte nelle donne rispetto ai controlli di pari età. Inoltre il 12% dei pazienti con DMT2 è affetto da scompenso cardiaco ed il 30% dei ricoverati per scompenso cardiaco è diabetico.

Il ricovero per SC è associato a tassi molto elevati sia di mortalità post-dimissione sia di nuovi ricoveri. I tassi di riammissione per i pazienti clinicamente stabili dimessi di recente dopo un ricovero per SC sono circa del 25% a 6 mesi e la mortalità per tutte le cause supera il 30% a 1 anno. In particolare, nei pazienti con diabete ospedalizzati si osserva una prognosi peggiore e una degenza ospedaliera più lunga.

C’è una stretta correlazione tra compenso metabolico e SC infatti nei pazienti con diabete un aumento dell’1% dell’emoglobina glicosilata è associato ad un aumento dell’8% del rischio di SC e ancora il miglioramento dell’assetto glicometabolico riduce il rischio di SC (nell’UKPDS la riduzione dell’1% di HbA1c era associata a una riduzione del 16% del rischio di comparsa di SC).

PAROLE CHIAVE T2DM; scompenso cardiaco; SGLT2 inibitori; cardiomiopatia diabetica.

Case report

Trattamento con l’associazione rivaroxaban/ASA, dopo rivascolarizzazione endoluminale, in un paziente con arteriopatia periferica multi-complicata. Caso clinico

L. Graziani

JAMD 2020;23(2):135-138

Preservare nel tempo il risultato clinico della rivascolarizzazione nei pazienti con diabete e portatori di una forma di arteriopatia complessa e spesso progressiva, è una sfida obbligata per ridurre il rischio di amputazioni maggiori e la mortalità ad essa collegata. Bassi dosaggi dei nuovi farmaci anticoagulanti NOAC, più maneggevoli dei tradizionali cumarinici, se associati ad ASA e/o clopidigrel, hanno dimostrato una reale efficacia nella prevenzione della trombosi nei soggetti che sono stati sottoposti a rivascolarizzazione endovascolare o chirurgica. Precauzioni e cautele sono necessarie nei soggetti con insufficienza renale, portatori di valvole cardiache meccaniche ed età avanzata.

PAROLE CHIAVE arteriopatia periferica; diabete; trombosi; anticoagulanti.

Dalbavancina per il trattamento dei pazienti con infezione da Gram-positivo in piede diabetico: caso clinico

G. Stroffolini, A. Barco, V. Pirriatore, P.L. Guidi, G.M. Boffano, A. D’Avolio, G. Cariti, G. Di Perri

JAMD 2020;23(2):139-142

Dalbavancina è un potente lipoglicopeptide attivo su batteri Gram+ con un profilo farmacocinetico e farmacodinamico favorevole, scarsi eventi avversi, idoneo per il trattamento di diverse infezioni complesse. Dalbavancina è stata approvata come indicazione per il trattamento delle infezioni della cute e dei tessuti molli ma il suo ventaglio di applicazione è tuttora fonte di discussione. Le infezioni del piede diabetico mettono alla prova i clinici e portano spesso a complicanze maggiori, rappresentanto una fonte di costi diretti e indiretti in termini sanitari, di morbidità e disabilità per i pazienti. I batteri Gram+ sono spesso agenti eziologici di questo tipo di infezione. Riportiamo il caso di un paziente di 43 anni con infezione complicata del piede diabetico trattato con buon esito utilizzando dalbavancina in monoterapia di seconda linea. Il paziente, dopo due mesi di ricovero gravato da diverse complicanze, ha ottenuto piena guarigione della ferita e salvataggio dell’arto. Abbiamo inoltre misurato i livelli plasmatici di dalbavancina mettendo in luce la sua lunga emivita e la sua elevata capacità di killing microbiologico.

PAROLE CHIAVE dalbavancina; piede diabetico;- gram-positivo.

Position Statement

Raccomandazioni per la diagnosi del Diabete Gestazionale durante la pandemia COVID-19

E. Torlone, C. Festa, G. Formoso, M. Scavini, M.A. Sculli, E. Succurro, L. Sciacca, A. Lapolla

JAMD 2020;23(2):143-146

Raccomandazioni per la cura della donna in gravidanza con Diabete tipo 1, Diabete tipo 2 e Diabete Gestazionale durante la pandemia COVID-19

E. Torlone, A. Lapolla a nome del Gruppo di Studio AMD - SID Diabete e Gravidanza

JAMD 2020;23(2):147-155

Attività dei gruppi

Emergenza coronavirus e stress
Coronavirus emergency and stress

M. Agrusta, F. Pellegrino

JAMD 2020;23(2):156-157

“Parlo di me con te”. Il progetto AMD/SID
I talk about me with you.” The AMD/SID project

M. Agrusta, L. Indelicato, M. Lastretti

JAMD 2020;23(2):158-160


Le news di AMD

Newsletter Annali AMD n. 27
AMD Annals Newsletter n. 27

JAMD 2020;23(2):161-162

Annali Monografie

Monografie Annali AMD

L’archivio delle monografie degli Annali AMD.

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