Editoriale

Facciamoci un selfie!

L. Monge

JAMD 2018;21(2):80-81

Istituto Superiore di Sanità e AMD, un’alleanza per la valo­rizzazione della telemedicina nella diabetologia

D. Mannino, P. Di Bartolo

JAMD 2018;21(2):82-85

Articoli originali

Analisi delle caratteristiche di pazienti affetti da patolo­gia del piede diabetico del poliambulatorio territoriale ASP Palermo

M.C. Cataldo, A. Butera, A. Accursio, M.I. Cowan, G. Termini, C. Mammina

JAMD 2018;21(2):86-93

Il piede diabetico riveste in ambito diabetologico una rilevanza particolare in termini clinici e sociali. Conseguenza delle complicanze macro/micro vascolari e neuropatiche determinate dalla malattia è tra le principali cause di ricovero ospedaliero e di amputazioni non traumatiche dell’arto inferiore. I pazienti presentano una riduzione della qualità di vita.

SCOPO DEL LAVORO Descrivere le caratteristiche dei pazienti diabetici affetti da ulcera al piede che si sono rivolti all’assistenza territoriale.

MATERIALI E METODI È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo descrittivo dei pazienti con ulcera al piede. Sono stati registrati dati anagrafici e socio-sanitari e si sono rilevate la durata della malattia, la terapia praticata e le condizioni del piede: cute, sensibilità pressoria al monofilamento, pressione d’ossigeno transcutanea, sensibilità vibratoria al biotesiometro e valutazione dei polsi con l’Ankle Brachial Pressure Index (ABPI). Come indicatore di compenso glicemico abbiamo esaminato il valore dell’HbA1c. Sono stati analizzati come fattori di rischio cardiovascolari ipertensione e Indice di Massa Corporea (BMI). Le lesioni al piede sono state classificate con la University of Texas Wound Classification System. Sono state analizzate le possibili associazioni tra lesioni al piede dei pazienti e variabili, come comorbidità con la Cumulative Illness Rating Scale (CIRS) e BMI.

RISULTATI Il nostro studio ha messo in evidenza una maggiore incidenza di lesioni al piede in pazienti diabetici affetti contemporaneamente da più patologie rispetto alla gravità di una sola patologia. La variabile genere si è mostrata una caratteristica non rilevante rispetto ai valori di HbA1c.

CONCLUSIONI La comorbidità rappresenta un fattore di rischio rilevante rispetto ad altre caratteristiche esaminate. Riteniamo utile avviare programmi di promozione della salute organizzando gruppi “selfhelp”, coinvolgendo i caregiver nella gestione della patologia.

Mindfulness: un nuovo strumento per la persona con dia­bete e per l’operatore sanitario della cronicità. Revisione della letteratura

V. Turra, S. Bonfadini, E. Cimino, A. Girelli, U. Valentini

JAMD 2018;21(2):93-98

La gestione del diabete come malattia cronica richiede costanti cure, aggiustamenti della terapia e forte engagement dell’individuo e di tutto il team di cura. Nonostante gli sforzi educativi e pedagogici, l’aderenza del paziente a cure, a apprendimento ed autogestione consapevole della malattia possono rimanere criticità aperte. Possono essere ostacoli al raggiungimento di un buon compenso e gestione della malattia, la componente psico-emotiva e la sua gestione. In questo quadro complesso si inserisce la formazione e l’engagement dei professionisti sanitari nel managment della cura e della terapia della persona con diabete. Le difficoltà psico-emotive quali depressione, ansia, alessitimia, distacco emotivo e burnout inficiano la gestione della malattia e la qualità del rapporto tra tutte le figure coinvolte nella cura e gestione del diabete. La mindfulness è un programma educativo basato sulla consapevolezza e la gestione dello stress legato alle patologie croniche nato negli anni ’80 negli Stati Uniti. Con questo programma vengono esplorate strategie di riconoscimento e gestione di pensieri ed emozioni attraverso pratiche di meditazione laiche, esercizi attentivi di consapevolezza. Questa revisione della letteratura mostra l’utilizzo e presenta l’efficacia della mindfulness sia per la persona con diabete che per l’operatore sanitario dimostrando un miglioramento della componente psico-emotiva, dello stress e della gestione della patologia cronica e della relazione d’aiuto.

PAROLE CHIAVE gestione del diabete; mindfulness; burnout; psicopatologia; engagement.

Progetto SELFIE: identificazione delle barriere all’inten­sificazione del trattamento nel diabete di tipo 2

A.C. Bossi, M.C. Rossi, A. Nicolucci

JAMD 2018;21(2):99-106

Le opzioni terapeutiche per la cura del diabete di tipo 2 sono ormai numerose, ma la maggior parte delle prescrizioni si concentra sulle classi di farmaci più consolidate (metformina, secretagoghi ed insulina). Le nuove classi di farmaci, con particolare focus sugli inibitori del DPP-4, possono presentare un profilo di efficacia e sicurezza migliore rispetto ai farmaci più tradizionali, in quanto consentono il raggiungimento degli obiettivi terapeutici prefissati con un minore rischio di ipoglicemie. Tuttavia, i nuovi farmaci disponibili sono sottoutilizzati ed esistono forti disomogeneità territoriali. Inoltre, è ben noto il problema dell’inerzia terapeutica, ovvero un’eccessiva attesa all’intensificazione del trattamento in presenza di controllo metabolico inadeguato. Il progetto SELFIE (SELF assessment per l’approprIatEzza terapeutica nel paziente diabetico) è nato per raccogliere le percezioni e le opinioni di 60 diabetologi in 12 meeting territoriali. L’obiettivo era favorire il confronto tra esperti attraverso una procedura di discussione strutturata per identificare le principali “barriere all’intensificazione”. La discussione teneva conto delle barriere specifiche di 8 diversi profili (fenotipi) dei pazienti con cattivo controllo metabolico, caratterizzati in base ad età, funzionalità renale e trattamento con mono o politerapia. Il risultato finale del progetto è un documento che raccoglie la scala di priorità delle barriere da affrontare per tipologia di paziente. Dalle criticità emerse si potrà impostare un approccio proattivo per l’identificazione dei pazienti che richiedono intensificazione terapeutica e futuri interventi educativi mirati a ridurre l’inerzia terapeutica. Consentire ai pazienti di accedere a cure tempestive, efficaci e sicure è il passo necessario per la prevenzione delle complicanze del diabete.

PAROLE CHIAVE inerzia terapeutica; barriere; inibitori DPP-4; formazione.

Impatto delle tecnologie distali, Telehealth e mHealth, sul self management del diabete di tipo 1: una revisione narrativa

L. Gentilini, A. De Remigis, I. Rubbi, T. Ambrosini, V. Cremonini

JAMD 2018;21(2):107-118

OBIETTIVO Valutare l’utilizzo delle nuove tecnologie sulla qualità di vita e la gestione della malattia (autogestione) e delle sue complicanze in bambini, adolescenti e giovani adulti affetti da diabete mellito di tipo 1.

DISEGNO DI RICERCA Revisione narrativa.

MATERIALI E METODI È stata condotta una ricerca attraverso i database medico / scientifici: PubMed, Cinahl, The Cochrane Library, Proquest Central, PhychINFO e UpToDate. Tra gli articoli reperiti, secondo i filtri di specie umana (Humans), lingua inglese (English language) e recente pubblicazione entro gli ultimi 10 anni (from 2007 to 2017), sono stati selezionati solo quelli corrispondenti ai seguenti criteri di selezione:

  1. Studi quantitativi.
  2. Utilizzo di strumenti quantitativi di valutazione e monitoraggio qualità di vita e autogestione.
  3. Popolazione di riferimento di fascia di età inferiore a 65aa.
  4. Focus dello studio sono utilità, soddisfazione e influenza delle tecnologie sulla qualità di vita e autogestione della malattia dei soggetti affetti da diabete di tipo 1 (outcomes).

RISULTATI Sono stati selezionati per questo studio un totale di 7 articoli. Nonostante alcuni studi non mostrino differenze significative sulla qualità di vita con l’uso di nuove tecnologie, in generale i risultati indicano un miglioramento significativo nel controllo glicemico dei pazienti giovani adulti affetti da diabete mellito di tipo 1, limitando le tempistiche dei controlli medico-assistenziali e con costi complessivamente più bassi.

CONCLUSIONI I diversi studi mostrano la fattibilità di avvalersi di nuove applicazioni su tecnologie mobili utili soprattutto in età adolescenziale alla gestione della malattia cronica, dimostrando come l’uso di nuovi strumenti si associ ad un aumento della frequenza dei monitoraggi glicemici migliorando di conseguenza il controllo metabolico. Pertanto, identificare nuove tecnologie efficaci e accettabili migliora l’adesione alla cura del diabete e l’impatto sulla qualità di vita.

PAROLE CHIAVE diabete di tipo 1; autogestione; tecnologie mobili; telemedicina; qualità di vita.

Terapia insulinica con microinfusore nel diabete di tipo 2: proposta di consensus

G. Grassi, C. De Rossi, U. Di Folco, A. Girelli, E. Guastamacchia, F. Gulotta, P. Massucco, F. Tassone, G. Tonolo, C. Tubili

JAMD 2018;21(2):119-131

Perchè una consensus? La disponibilità di raccomandazioni relative alla scelta e all’uso della terapia con microinfusore (CSII) nel paziente diabetico di tipo 2 (DMT2) in trattamento insulinico intensivo (MDI) è limitata, ma l’esigenza di maggiore chiarezza e condivisione degli obiettivi è sentita dai professionisti come una necessità. Nonostante le evidenze cliniche, il suo utilizzo in Italia è ancora limitato a casi sporadici ed è per questo che un gruppo di diabetologi esperti utilizzatori di tecnologia ha deciso di confrontarsi e proporre questa consensus.

PAROLE CHIAVE diabete tipo 2; terapia insulinica con microinfusore.

Punto di vista

Il piede diabetico, da “Cenerentola” delle complicanze del diabete a superspecializzazione del diabetologo

R. Anichini

JAMD 2018;21(2):132-134

Consensus document

Profilo di cura del paziente oncologico con diabete mellito ricoverato in ospedale

AMD – AIOM

JAMD 2018;21(2):135-148

Il diabete costituisce una frequente comorbilità nei pazienti oncologici, con rilevanti effetti sulla gestione clinica e la prognosi della malattia tumorale. Nonostante ciò, le linee guida esistenti non affrontano in maniera compiuta i vari aspetti clinici caratteristici di questo contesto. Malgrado l’importanza della collaborazione professionale tra Diabetologi e Oncologi nel raggiungere appropriati livelli assistenziali, raramente si osserva un elevato livello di integrazione tra queste due figure professionali, in ospedale. Vi è pertanto l’esigenza di una maggiore collaborazione interdisciplinare tra tutte le figure specialistiche coinvolte in questo ambito assistenziale, per raggiungere un approccio condiviso atto a garantire il superamento di un’organizzazione settoriale e frammentata. Il Gruppo di Lavoro interassociativo “Diabete e Tumori” identificato dall’Associazione Medici Diabetologi (AMD) e dall’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) ha elaborato, in collaborazione con il Gruppo a Progetto “Diabete Inpatient” di AMD, il Profilo di cura del paziente oncologico con diabete mellito ricoverato in ospedale, di seguito illustrato. Sono state individuate le attività assistenziali e cliniche necessarie a una corretta gestione del paziente oncologico con diabete, in modo da garantire l’integrazione tra le diverse figure professionali e assicurare la continuità assistenziale ospedale-territorio.

PAROLE CHIAVE diabete e tumori; diabete in ospedale; iperglicemia nel paziente ricoverato; oncologia; percorsi assistenziali.

Il diabetologo e la pratica clinica

Intervento di educazione terapeutica per la gestione dell’i­poglicemia rivolto al paziente adulto con diabete di tipo 1 in terapia con microinfusore

E. Benedetti, P. Li Volsi, G. Schiavo, G. Marinoni, G. Zanette

JAMD 2018;21(2):149-156

L’ipoglicemia rappresenta il principale fattore limitante nella terapia del diabete tipo 1 e tipo 2 e continua ad essere frequente anche nei pazienti portatori di microinfusore insulinico: essa infatti è più frequente quanto più il paziente è trattato in maniera intensiva, cioè con obiettivi glicemici vicini alla normalità. Di qui la necessità di addestrare il paziente e i suoi familiari a riconoscere l’ipoglicemia e a correggerla prontamente. Nell’ambito dei corsi residenziali rivolti a pazienti con diabete tipo 1 in terapia insulinica con microinfusore si è voluto sperimentare un approccio educativo atto a garantire non solo una più approfondita e strutturata conoscenza in relazione alla malattia e alla gestione dello strumento bensì anche riuscire a fornire un approccio metodologico volto ad identificare pattern di situazioni a rischio per poterle prevenire attuando strategie e comportamenti in grado di migliorare lo stato di salute e la capacità di gestione della malattia. In merito all’ipoglicemia è stato elaborato dal Servizio di Diabetologia di Pordenone “un gioco” volto a ridurre il rischio e la frequenza delle ipoglicemie, simulando tre diversi pattern ipoglicemici attraverso esempi di diario glicemico.

PAROLE CHIAVE diabete di tipo 1; ipoglicemia; terapia educazionale; percorso educativo strutturato; microinfusori.

Le News di AMD

Progetto RADAR
Attivazione di un sistema di identificazione proattiva dei pazienti con DM2 con inadeguato controllo metabolico al fine del miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva

D. Mannino

Newsletter Annali AMD n. 22
AMD Annals Newsletter n. 22  


Newsletter Rete di Ricerca n. 38 
AMD Research Network Newsletter AMD n. 38


Gruppo Medicina di Genere
Gender Medicine Workgroup

Annali Monografie

Monografie Annali AMD

L’archivio delle monografie degli Annali AMD.

Invia un articolo

Invia un articolo

Se vuoi sottoporre un tuo lavoro, clicca qui.