Trasferibilità dei CVOT EMPA-REG OUTCOME e LEADER nel mondo reale: lo scenario italiano

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Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità nelle persone con diabete (DM). Fortunatamente i dati provenienti dai grandi cardiovascular outcome trial (CVOT) hanno aperto scenari sino a pochi anni fa impensabili e la ricerca scientifica ha fornito al diabetologo delle armi molto efficaci (SGLT2i;GLP1-RA) per combattere le malattie cardiovascolari nei pazienti con diabete. Le potenzialità delle nuove molecole non vengono tuttavia sfruttate al massimo dai diabetologi italiani. Le dimensioni di questo “sottoutilizzo” e le motivazioni che lo sostengono non sono ben chiare. L’iniziativa Annali AMD può fornire importanti informazioni a questo riguardo, grazie alla disponibilità di un grande database ampiamente rappresentativo della pratica clinica specialistica nel nostro Paese. In questo studio tali dati sono stati utilizzati per quantificare la proporzione di pazienti del mondo reale potenzialmente eleggibili per gli studi EMPA-REG OUTCOME e LEADER, le percentuali di pazienti attualmente in terapia con farmaci appartenenti alle classi degli SGLT2ie dei GLP1 RA, ed il potenziale impatto derivante dall’utilizzo di questi trattamenti in tutti i pazienti eleggibili. Le caratteristiche socio-demografiche e cliniche dei pazienti potenzialmente eleggibili per i due trials, sono state confrontate con quelle dei pazienti che non rientravano nei criteri di eleggibilità mediante Mann-Whitney U test o il test del chi quadrato. Le riduzioni del rischio assoluto di morte cardiovascolare e ospedalizzazioni per scompenso cardiaco o infarto del miocardio, associate all’uso dei farmaci in studio se tutti i pazienti eleggibili fossero stati trattati, sono state stimate sulla base dei tassi evidenziati nei trial EMPA-REG OUTCOME e LEADER. Dall’analisi dei dati è emerso che molti soggetti con diabete di tipo 2 afferenti alle strutture specialistiche diabetologiche potrebbero beneficiare di trattamenti che nei trial clinici hanno documentato effetti positivi sugli eventi cardiovascolari, ma solo una minima quota di tali pazienti risulta effettivamente in trattamento, benché un uso diffuso di queste molecole potrebbe evitare ogni anno un numero sostanziale di decessi, infarti del miocardio e ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. È auspicabile che nel prossimo futuro l’uso appropriato di SGLT2i e GLP1 RA, in accordo con le più recenti linee guida italiane ed internazionali, possa estendersi a tutti i pazienti che possano beneficiarne, contribuendo in tal modo a ridurre l’impatto clinico, sociale ed economico delle malattie cardiovascolari fra le persone con diabete mellito di tipo 2.

PAROLE CHIAVE SGLT2 inibitori; GLP1 analoghi; eventi cardiovascolari; CVOT.

Qualità della cura in base al genere nel diabete mellito tipo 2. Le monografie degli Annali AMD 2018
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