Nel nostro paese il 10% della popolazione è obeso; probabilmente il 20% di questi soggetti è affetto da obesità grave (BMI>40) o complicata da affezioni in grado di ridurre l’aspettativa di vita e di peggiorarne la qualità, portando questi soggetti ad essere malati cronici. Il rapido incremento del numero di obesi fa prevedere nei prossimi anni una percentuale di obesi portatori di malattie croniche molto superiore all’attuale. La chirurgia bariatrica si propone come un efficace rimedio per curare quegli obesi che non hanno avuto benefici da terapie mediche e nutrizionali. Trattandosi di una chirurgia che coinvolge medici di diverse discipline necessita di risorse dedicate. In particolare, per i pazienti (donne e uomini) con patologie del piano pelvico ci può essere un significativo miglioramento dopo chirurgia bariatrica delle funzioni uro-vescicali e rettali, con riduzione delle problematiche connesse con la continenza. È noto che l’incontinenza urinaria e fecale abbiano una prevalenza maggiore nei soggetti obesi rispetto alla popolazione non-obesa. Pazienti con grave obesità presentano un aumentata incidenza di prolasso degli organi pelvici, incontinenza da stress, disturbi del pavimento pelvico, difficoltà al completo svuotamento vescicale, incontinenza da eccessivo riempimento e sintomi da irritazione vescicale. Di converso, l’obesità patologica può essere considerabile un fattore di rischio indipendente, ma modificabile per l’incontinenza urinaria ed i sintomi uro-vescicali nel caso si riesca ad ottenere un adeguato calo ponderale.
PAROLE CHIAVE obesità; chirurgia bariatrica; incontinenza vescicale; incontinenza fecale.