GIP e “concetto incretinico”. Una breve storia

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Nelle ultime decadi siamo testimoni di una portentosa accelerazione dell’armamentario terapeutico disponibile per il trattamento delle persone con diabete mellito di tipo 2. I principali filoni di ricerca hanno seguito tre meccanismi fisiopatologici riconosciuti della patologia: 1) il meccanismo dell’insulino-resistenza, 2) l’effetto glicosurico mediato dagli SGLT2-inibitori, 3) la modulazione dell’asse incretinico. In una ormai storica “Banting Lecture”, Ralph De Fronzo ha documentato con metodologica precisione l’insieme dei meccanismi coinvolti nella patogenesi e nella fisiopatologia del diabete mellito di tipo 2, individuando il celebre “ottetto infausto”. Scopo di questo lavoro è di offrire una rassegna storica che, partendo dai primi esperimenti del XVII secolo di Johann Conrad Brunner, e passando per le scoperte di Byliss e Sterling, che per primi avevano identificato la secretina e coniato il termine “ormone”, focalizza i passi e le scoperte nevralgiche degli anni Settanta sul GIP e sulla sua caratterizzazione, inserito nelle informazioni sull’intero asse entero-insulare, con l’apporto preminente di John Carvin Brown, sino ai giorni nostri. Questo lavoro offre un contributo di conoscenza in una prospettiva storica, di quello che va delineandosi come uno degli argomenti più complessi e controversi degli ultimi tempi.

PAROLE CHIAVE incretine; GIP; asse entero-insulare; prospettiva storica; meccanismi fisopatologici; controllo glicemico.

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