Chirurgia bariatrica: quando e per chi?

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L’obesità è una malattia cronica e multifattoriale che rappresenta una sfida sanitaria globale, associata a numerose comorbidità quali ad esempio diabete mellito di tipo 2 (DM2), ipertensione arteriosa, dislipidemia e sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). Storicamente considerata come “ultima risorsa” per la perdita di peso, la chirurgia bariatrica ha oggi evoluto il proprio significato verso il concetto più moderno di chirurgia metabolica, che riconosce e sfrutta gli effetti neuroendocrini e metabolici degli interventi. Questi effetti comprendono la modulazione della secrezione ormonale (GLP-1, PYY, grelina), il miglioramento della sensibilità insulinica e modifiche del microbiota intestinale.

Le linee guida più recenti, tra cui le SICOB 2023, hanno ampliato le indicazioni alla chirurgia anche a pazienti con BMI 30-34,9 kg/m² in presenza di comorbidità non controllate, sottolineando la necessità di un approccio multidisciplinare per la selezione, la preparazione e il follow-up dei pazienti. Diverse tecniche chirurgiche (sleeve gastrectomy, bypass gastrico Roux-en-Y, mini-bypass, duodenal switch) offrono opzioni personalizzabili in base al profilo

clinico.

Nel DM2, la chirurgia metabolica ha dimostrato tassi di remissione superiori a qualsiasi trattamento medico, con benefici a lungo termine sul controllo glicemico e la riduzione della mortalità cardiovascolare. Nonostante i recenti progressi dei farmaci GLP-1RA e GIP/GLP-1RA, che hanno ampliato le opzioni terapeutiche, la chirurgia mantiene un ruolo insostituibile per l’efficacia sul calo ponderale e la stabilità dei risultati, integrandosi in strategie personalizzate per il trattamento dell’obesità e delle sue complicanze.

PAROLE CHIAVE chirurgia metabolica; obesità grave; remissione DM2; complicanze.

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