Consumo di cibi ultra-processati e malattie non trasmissibili

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Da sempre l’uomo ha sviluppato tecniche per trasformare e conservare gli alimenti. Con l’evolvere della tecnologia, si sono affinate tecniche volte non solo alla conservazione ma anche al miglioramento nutrizionale e della palatabilità dei cibi.

I cibi ultra-processati (UPF) sono alimenti che hanno subito una serie di trasformazioni industriali comprendenti processi chimici e fisici complessi. Sono
alimenti pronti al consumo o da riscaldare, che contengono, tra gli altri, ingredienti inusuali nella cucina tradizionale, come coloranti, conservanti, esaltatori
di sapidità, edulcoranti e altri additivi. Il consumo di UPF è in aumento e rappresenta oggi una porzione significativa dell’energia alimentare nei paesi ad
alto reddito.

Questo articolo esamina criticamente la letteratura scientifica per chiarire la relazione tra il consumo tra UPF e la salute. Analizza anche i meccanismi biologici sottostanti e valuta l’impatto a lungo termine di questi alimenti sulla salute umana. La classificazione NOVA, utilizzata per identificare gli UPF, divide gli alimenti in quattro gruppi basati sul grado di trasformazione. Studi epidemiologici collegano il consumo eccessivo di UPF a obesità, malattie cardiovascolari, diabete mellito tipo 2.

Anche se sono necessari studi per migliorare la classificazione degli UPF, ridurre il loro consumo e promuovere una dieta equilibrata, ricca di cibi minimamente trasformati, potrebbe avere un impatto positivo a lungo termine sulla salute pubblica.

PAROLE CHIAVE: alimenti ultra-processati; trasformazione alimentare; classificazione NOVA; additivi; diabete mellito tipo 2.

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