La prescrizione dei farmaci nella multimorbilità: quando è troppo?

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Il paziente con multimorbilità, essendo spesso in terapia con molti farmaci, è esposto ad un aumentato rischio di reazioni avverse a farmaci (ADR), che, a loro volta, si associano al rischio di importanti outcome negativi quali: accessi in pronto soccorso, ospedalizzazioni, morbilità e mortalità. Infatti, la politerapia rappresenta il primo fattore di rischio di reazioni avverse a farmaci nella popolazione anziana. Circa l’80% delle ADR sono potenzialmente prevedibili e quindi evitabili. I principali fattori predittivi di inappropriatezza prescrittiva sono l’età, le comorbilità e la politerapia e, quindi, il paziente anziano è ad alto rischio di prescrizioni inappropriate. In letteratura sono descritti diversi criteri per poter identificare e valutare l’inappropriatezza prescrittiva nella popolazione anziana; quelli più utilizzati a livello internazionale sono i criteri di Beers e i criteri STOPP e START.

I numerosi dati riguardanti gli effetti negativi della politerapia, supportano indirettamente la necessità di dover ridurre il numero di prescrizioni nel paziente con multimorbilità. A tal proposito, alcuni autori propongono una guida alla deprescrizione ed in tale ambito l’applicazione dei criteri suddetti rappresenta una componente fondamentale.

Recentemente sono stati pubblicati degli algoritmi per facilitare il processo di deprescrizione e sono disponibili alcune prime indicazioni per farmaci e situazioni specifiche: questo può essere l’inizio di un percorso che porterà le Linee Guida ad inserire nelle loro indicazioni anche dei principi di deprescrizione.

In conclusione, è importante che si sviluppi un atteggiamento pro-attivo alla deprescrizione ed all’uso dei farmaci appropriati, con l’obiettivo di ridurre il rischio clinico per i nostri pazienti.

PAROLE CHIAVE Patologie croniche, Multimorbilità, Assistenza primaria, Medico di medicina generale, Deprescrizione.

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